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Phalaenopsis mariae

 

Phalaenopsis mariae Burb.ex R.Warner & H.Williams, Orchid Album 2: t. 80 (1883).

Specie endemica delle Filippine e Borneo, fu scoperta da F. W. Burbidge nel 1878 ad una altitudine di 600 mt. nella parte orientale dell’arcipelago delle Filippine.  Descritta da Williams  è stata successivamente importata in quantità notevoli da Mindanao nelle Filippine, dove non è rara. Simile alla Phalaenopsis lueddemanniana, stranamente è poco coltivata, seppure a mio avviso e’ una delle Phalaenopsis più resistenti in coltivazione, sopporta infatti anche le basse temperature. La fioritura inizia in aprile fino a ottobre anche su steli di diversi anni precedenti. Per la coltivazione delle Phalaenopsis vedi l’apposito post

 

Quando si dice splendida è splendida

Laelia splendida
Laelia splendida part.

Laelia splendida (Schltr.) L.O.Williams, Darwiniana 5: 77 (1941).

Sinonimo: Schomburgkia splendida Schltr., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 12: 212 (1913).

Distribuzione: Colombia ed Ecuador

Epifita  o litofita tra 600 e 1500 mt

Dalla descrizione di A. Rolfe in The Orchid Reviev vol.26 1918:

“S. Splendida è stata descritta da esemplari raccolti in Boqueron del Dagua, sulla Cordigliera occidentale della Colombia, nel 1905, da H. Pittier.  I  precedenti esemplari furono  raccolti da Ed.  Andre sulle rocce tra Jimenco e Marengo, sul Rio Dagua, (circa 1000 mt s. l. del m.) già nel mese di aprile, 1876 e da Lehmann sul Rio Esmita.  S. splendida è una delle più grandi specie del genere e porta grandi pseudobulbi fusiformi pseudobulbi e steli lunghi 1,20 mt, con grandi brattee lanceolate oblunghe e circa dieci-quindici fiori.  I sepali e petali sono lunghi quasi 5 cm (2 pollici) , molto ondulati, e di colore viola marrone scuro, mentre il labello trilobato è rosa-viola, con Il   centro pallido.  E ‘più simile a una edizione ampliata di S. undulata.

Va coltivata in serra intermedia, in vaso, cercando di dare molta luce e concimazioni dalla primavera all’autunno per permettere una buona maturazione degli pseudobulbi.

Fiorisce da febbraio ad aprile e la fioritura dura 4 settimane.

Si e’ proprio splendida, veramente splendida. (Foto 9 marzo 2017)

Dendrochilum glumaceum

Dendrochilum glumaceum Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 27(Misc.): 23 (1841).

Etimologia : Il nome di questo genere è derivato dall’unione  di due parole greche: δένδρον (dendron), che significa “albero”, e ‘ χειλος (Kheilos) che significa “labbro”; in riferimento al labello. Il nome glumaceum  da glume, infiorescenze composte, dette spighe, delle graminacee.

Specie endemica del Borneo e Filippine, epifita tra i 500 e i 2300 mt. In foreste pluviali montane in associazione con muschio. La specie e’ stata scoperta da Cumming nelle Filippine e fiorita nelle serre dei Loddiges.

Fiorisce puntualmente a meta’ febbraio, i fiori profumati durano circa un mese. L’infiorescenza cresce nei nuovi pseudobulbi in fase di formazione. E’ una specie molto attraente che  risalta nelle esposizioni quando diventa ben accestita.

Come tutte le specie del genere va coltivato con temperature intermedie dai 10 ai 30° senza particolari difficoltà.

Genere Amesiella

Genere Amesiella

Amesiella Schltr. ex Garay, Bot. Mus. Leafl. 23: 159 (1972).

Etimologia: in onore di Ames Oaks, (1874-1950) botanico americano  e ricercatore.

Comprende tre specie originarie delle Filippine.

Amesiella monticola Cootes & D.P.Banks, Orchids Austral. 10(5): 26 (1998).

Amesiella minor Senghas, J. Orchideenfr. 6: 121 (1999).

Amesiella philippinensis (Ames) Garay, Bot. Mus. Leafl. 23: 160 (1972).

Amesiella monticola

Amesiella monticola, specie epifita; non e’  semplice da coltivare e far fiorire, pur essendo più robusta delle altre due.  E’ originaria di zone montane a 1800-2000 mt. da cui deriva il nome “monticola” ai bordi di foreste pluviali. Può sopportare anche temperature estreme  dai 4 ai 40 gradi C. Va coltivata in supporto di sughero garantendo una buona umidità. Orchidea miniatura molto attraente. Il fiore di un bianco avorio e profumato è molto interessante e bello, ma anche delicato e occorre garantire un buon movimento d’aria. Per molto tempo queste specie sono state confuse con le sue simili del genere Angraecum, che però sono endemiche dell’Africa e del Madagascar.

Scaphosepalum verrucosum

Scaphosepalum verrucosum (Rchb.f.) Pfitzer in H.G.A.Engler & K.A.E.Prantl (eds.), Nat. Pflanzenfam. 2(6): 139 (1888).

Figura 1. Lankester Composite Dissection Plate (LCDP) of Scaphosepalum verrucosum (Rchb.f.) P tzer. A. Habit. B. Flower. C. Dissected perianth. D. Column and lip, lateral view. E. Lip. F. Pollinia and anther cap. Photographs by AK based on JBL-990078 (JBL-spirit).  Foto riportata da: Lankersteana vol.16 n. 2 2016 p. 237. 

Distribuzione: Colombia, Ecuador, Blivia, Venezuela e Guyana tra i 1300 e 3500 mt.

Epifita, terrestre o litofita. Specie miniatura  (come si può osservare  dalla dissezione in Figura 1)  Adatta alla serra intermedia. La fioritura si mantiene per anni in sequenza su di un lungo stelo finissimo. Gli Scaphosepalum sono orchidee molto interessanti, di piccola taglia ma con fioriture continuative. Molto adatta da coltivare a temperature intermedie. Coltivare in piccolo vaso con bark di pezzatura molto fine con aggiunta di agriperlite per garantire una buona umidità.   Nebulizzazioni costanti sono necessarie; concimazioni regolari a dosi ridotte 0,5 gr lt.  Quando inizierete a coltivare uno Scaphosepalum vi  innamorerete di queste specie che non non si stancano mai di fiorire e vi daranno molte soddisfazioni.

Si ringrazia il giornale scientifico Lankesteriana, Lankester Botanical Garden,  per mettere a disposizione le tavole  di dissezione come questa in figura 1.

Laelia superbiens

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Laelia superbiens Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 26(Misc.): 46 (1840).

Distribuzione:

Mexico (Oaxaca, Chiapas), Guatemala e Honduras

Crescita in natura: Epifita 

Una delle più affascinanti specie di Laelia. 

Una divisione ben strutturata di questa specie potrete portala a fioritura ogni anno che avviene tra gennaio  e marzo. In natura lo stelo floreale può arrivare fino a 4 metri  in serra sugli 80-90  cm. Io preferisco coltivare questa specie appesa ad una zattera di legno visto anche che  ha delle radici che vanno oltre il metro.

Imperdibile la descrizione di Bateman del 1837 che vi riporto per la parte descrittiva dell’habitat. “Questa veramente magnifica pianta e’ originaria dei distretti piu’ freschi del Guatemala, di cui l’onore della scoperta e’ giustamente rivendicato dal Sig. Skinner. Il signor Hartweg  l’ha incontrata anche in abbondanza nel quartiere di Chantla, e ne ha trasmesse alcune enormi masse alla Società orticola;  ma purtroppo nessuna delle piante inviate dal Sig. Skinner sono ancora fiorite.  Il disegno di Miss Drake e’ stato più accuratamente preparato da materiale comunicato da Skinner, e non c’è dubbio che, per quanto brillante può apparire la sua rappresentazione, non riuscirà a rendere giustizia alla splendore della pianta viva.  Rispettando il suo habitat il Sig. Skinner scrive quanto segue:

Ho scoperto la Laelia superbiens  nel villaggio di Sumpango, piantati dagli abitanti di fronte alle loro porte.  Questo è stato nel 1839 in seguito (nel mese di novembre, 1840,) sono andato alla ricerca del suo vero habitat, e, dopo un’escursione di tre giorni, che si trova nelle Barrancas di Sachmarachon, vicino alla città di Comalapa, una ventina di leghe a nord della città di Guatemala.  Qui esiste in immense quantità;  gli esemplari più fini che crescono senza fessure delle rocce, e al riparo dai venti del nord.  Alcune delle piante avevano pseudobulbi dell’altezza di 55 cm, con steli di fiori quattro metri di lunghezza, e verso l’alto dei cuscinetti di venti fiori (un esemplare di cui ho mandato i fiori secchi, ne aveva ventidue. Da questo esemplare, che era straordinariamente ben conservato, Miss DRAKE ha fatto il disegno.  I fiori sembrano essere stati tutti in perfezione insieme.

Ho fatto questa escursione (2 novembre) quando sono arrivato alla città di Comalapa, il terreno era coperto di brina, le Laeliae, tuttavia, come si è già detto, erano solitamente esposte a nord, e, se questo non era il caso, le piante aveva un aspetto stentato. Il nome dato alla Specie dagli indiani Comalapa è “Coteach Kiaj”, che significa semplicemente fiore rosso, ma dagli abitanti che parlano spagnolo, è stata chiamata La Vara del Senor San José, Il bastone di  San Giuseppe.  

Altrove (Vedi in Bot. Reg. Misc. 87, 1840) Skinner afferma che in Chanthla vi e’ un’altro habitat della pianta, è molto freddo, la consueta gamma del termometro e’ di  13-18 gradi, ed esprime la sua convinzione che per coltivare con successo in Inghilterra, sarebbe necessaria una temperatura simile in  serra, questo non avviene per la maggior parte delle piante che, al loro arrivo, sono state collocate in un ambiente caldo e umido già senza vitalità, mentre quelli che sono stati sottoposti ad un trattamento di raffreddamento sono riusciti molto meglio, e in alcuni casi hanno iniziato la fioritura, anche se gli scapi floreali non sono arrivati a maturità. Probabilmente quando le piante sono più saldamente stabilizzate possiamo essere risparmiati di tale amara fine, ma c’è molto da temere che le specie sapranno sempre dimostrare di essere ribelli in coltivazione.  Attualmente sembra prosperare meglio sospesa alle travi, in blocchi di qualsiasi legno duro o corteccia. “

 

Genere Guarianthe

Genere Guarianthe, i perché di un nuovo genere

Guarianthe Dressler & W.E.Higgins, Lankesteriana 7: 37 (2003). Specie tipo C. Skinneri.  (Aggiornamento gennaio 2017)

Guarianthe aurantiaca (Bateman ex Lindl.) Dressler & W.E.Higgins, Lankesteriana 7: 38 (2003). Distribuzione Messico e Centro America

G. bowringiana

Guarianthe bowringiana (O’Brien) Dressler & W.E.Higgins, Lankesteriana 7: 38 (2003). Distribuzione Messico (Ciapas) e Onduras Sin. Guarianthe × laelioides (Lem.) Van den Berg, Phytotaxa 239: 67 (2015).

G. x laelioides

Guarianthe × laelioides (Lem.) Van den Berg, Phytotaxa 239: 67 (2015). SE. Messico e C. America

Sin. Guarianthe × guatemalensis var. pachecoi (Ames & Correll) J.M.H.Shaw, Orchid Rev. 115(1277, Suppl.): 24 (2007).

Guarianthe hennisiana (Rolfe) Van den Berg, Phytotaxa 239: 66 (2015). Costa Rica, Venezuela e Trinidad

Guarianthe skinneri (Bateman) Dressler & W.E.Higgins, Lankesteriana 7: 38 (2003). Messico e Centro America

Sin. Guarianthe skinneri f. alba (Rchb.f.) Christenson, Richardiana 11: 77 (2011). In foto a destra La Guariante skinneri f. alba “Gianni” MB/FIO 2016 esposta a San Daniele del Friuli clone dedicato a Gianni Morello, amico e grande appassionato  collezionista, che mia aveva regalato questa pianta.  a) Vedi nota a margine.

I perché di un nuovo genere sono stati ben descritti  da Dressler, R.L. & W.E. Higgins nel 2003 nell’articolo che segue riportato dalla pubblicazione Lankesteriana.

Guarianthe, a generic name for the “Cattleya” skinneri complex. Lankesteriana 3(2): 37-38.

1Missouri Botanical Garden; Florida Museum of Natural History; Marie Selby Botanical Gardens

Molecular systematics, the comparison of DNA sequences, has brought a continuing revolution to plant taxonomy. In most cases, the results are intuitively reasonable, even when they demand changing long-known names. The analysis of the Laeliinae, by van den Berg et al. (2000) has confirmed some clear relationships, showing, for example, that Schomburgkia is quite distinct from Myrmecophila but very close to Laelia anceps. Among other things, this study has shown that Cattleya, as we have known it, is not clearly delimited. One of the clearest segregates is the largely Central American “Cattleyaskinneri complex (van den Berg 2000). With the removal of this group from Cattleya, most of the remaining species form a natural group, with some South American misfits, all quite unlike the skinneri complex. As it is now clear that C. skinneri and its close allies are out of place in Cattleya, the present paper proposes a new generic name for this complex, Guarianthe, based on Guaria, a Costa Rican word for orchid, and the Greek anthe, or flower. Guaria, by itself, might be confused with the Meliaceous Guarea. According to the molecular analysis by Van den Berg et al. (2000), the sister group of the C. skinneri alliance is Rhyncholaelia. There is no bootstrap support for combining these two groups, and, indeed, the bootstrap support for C. skinneri, C. patinii and C. aurantiaca as a group is minimal. Guarianthe isquite distinct from Rhyncholaelia in most features. Guarianthe has a racemose inflorescence, the pollinia are four, and the cuniculus type nectary is quite small, while the inflorescence of Rhyncholaelia is sessile and one-flowered, the pollinia are eight, and there is a very prominent nectary separating the ovary from the rest of the flower, so the fruit is long-beaked. (omissis)

 

La sistematica molecolare, il confronto delle sequenze del DNA hanno portato una rivoluzione continua al sistema della tassonomia. Nella maggior parte dei casi, i risultati sono intuitivamente ragionevoli, anche quando viene richiesto di cambiare i nomi di lunga data. L’analisi delle Laeliinae, dal Van den Berg et al. (2000) ha confermato alcune chiare relazioni, che mostrano, per esempio, che Schomburgkia è ben distinta da Myrmecophila ma molto vicino a Laelia anceps. Tra le altre cose, questo studio ha dimostrato che il genere Cattleya, come  lo abbiamo conosciuto, non è chiaramente delimitato. Una delle più evidenti  separazioni è la centoamericana  “Cattleya” skinneri, complesso (van den Berg 2000). Con la rimozione di questo gruppo dalle  Cattleya, la maggior parte delle rimanenti specie formano un gruppo naturale, con alcune del Sud America tutte molto diverse dal complesso skinneri. Come è ormai chiaro che C. skinneri e le sua strette alleate sono fuori luogo in Cattleya, il presente lavoro propone un nuovo nome generico per questo complesso, Guarianthe, sulla base di Guaria, una parola usata in Costa Rica per definire l’orchidea, e Anthe parola greca, che significa fiore. Guaria, per in sé, potrebbe essere confuso con il Meliaceous Guarea. Secondo l’analisi molecolare di Van den  Berg et al. (2000), il gruppo sorella della C. skinneri alleato è Rhyncholaelia. Non vi è alcun rapporto per combinare questi due gruppi, e, in effetti, il rapporto per C. skinneri, C. patinii e C. aurantiaca come gruppo è minimo. Guarianthe è ben distinta da Rhyncholaelia nella maggior parte delle caratteristiche. Guarianthe ha una infiorescenza racemosa, le masse polliniche sono quattro, e il tipo di cunicolo nettario è piuttosto piccolo, mentre l’infiorescenza di Rhyncholaelia è sessile e ha un fiore, i pollini sono otto, e vi è un nettario molto importante che separa l’ovaio dal resto del fiore, in modo che il frutto ha un  lungo becco. (omissis)

Traduzione Alberto Ghedin

Sono tutte specie poco esigenti in fatto di fioriture e possono diventare grandi esemplari in pochi anni se ben coltivate, tutte in vaso, con esclusione della G. guatemalensis che è preferibile coltivare su supporto di sughero o cestello. G. skinneri  G. auriantiaca, ii  fioriscono a fine inverno, la G. Guatemalensis in estate e la G.bowringiana in autunno.

a) Alcune note d’obbligo su Guarianthe skinneri, specie tipo.

Skinner(1) trovo’ questa questa orchidea quasi esclusivamente nelle zone più calde del Guatemala, e lungo le coste del Pacifico. Il suo appellativo familiare è “Flor de San Sebastian. All’epoca della scoperta era avidamente ricercata, in stagione di fioritura, dalle popolazioni per adornare le chiese e santuari dei loro santi preferiti. La specie e’ il fiore nazionale del Costa Rica.

1- Skinner George Ure (1804-67) Nato a Newcastle-upon-Tyne, Northumberland, Inghilterra. Nel 1831, si recò in Guatemala dove costruì un’azienda d’affari. Raccolse le orchidee per James Bateman che furono pubblicate in Orchidaceae of Mexico and Guatemala (1838-1843). John Bateman ha detto di lui ‘Egli può veramente dire di essere stato il mezzo per introdurre un maggior numero di nuove e bellissime orchidee in Europa di chiunque altro. ‘

In suo onore sono state descritte, oltre a questa, molte altre specie le piu’ note Odontoglossum uro-skinneri e Barkeria skinneri. I suoi materiali d’erbario sono custoditi nell’erbarium John Lindley a Kew.

Miltonopsis roezlii

Miltonopsis roezlii
Miltonopsis roezlii
Roezlii Xenia O.
Roezlii Xenia O.
Roezlii aquarello
Roezlii acquarello

Miltoniopsis roezlii  (W.Bull) God.-Leb., Orchidophile (Argenteuil) 9: 148 (1889).

Sin. Miltonia roezlii (W.Bull) G.Nicholson, Ill. Dict. Gard. 2: 369 (1886).

Sin. Odontoglossum roezlii W.Bull, Garden (London, 1871-1927) 4: 20 (1873).

origine: Panama, Ecuador e Venezuela

Specie epifita

Etimologia: il nome in onore di Benedikt Roezl, botanico, collezionista e ricercatore Boemo (1824-1885) scopri’ circa 800 specie di orchidee.

Vedi la descrizione di James Bateman su A Monograph of Odontoglossum: http://www.biodiversitylibrary.org/bibliography/205 Si tratta di un’affascinante ed attraente specie poco collezionata (in commercio si trovano tanti ibridi provenienti da questa specie). Va coltivata con temperature intermedio-calde, differentemente da altre Miltonie botaniche provenienti da zone più elevate. Può fiorire due volte all’anno ed è profumata.  Preferibile coltivare questa specie con bark sottile e sfagno al 20% in piccolo vaso.

Aquarello da: http://www.flickr.com/photos/biodivlibrary/8385773647

Disegno tratto da Xenia Orchidacea 1824

 

 

Laelia anceps

Laelia anceps Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 21: t. 1751 (1835).
Origine: Mexico e Honduras,  tra i 500 e 1500 mt.

Forma: epifita

Si riporta di seguito questa bella descrizione di J. Lindley in Edwards’s Botanical Register vol. 21 del 1836: “Una pianta molto bella di orchidea , importata dal Messico dalla ditta Loddiges, nella cui collezione il nostro disegno è stato realizzato lo scorso dicembre. In un primo momento sembrava essere Laelia grandiflora, (ora Laelia speciosa), ma il signor George Loddiges ci ha accertato che non si tratta di quella specie, che  tuttavia è molto probabile che egli possieda, ma invece di una pianta proveniente da Xalapa, con pseudobulbi a forma di pera, ognuno dei quali ha due o tre foglie violacee lanceolate. I pseudobulbi di questa sono notevoli per i loro contorni ovali, e per la loro figura a quattro angoli, con una cresta affilata piantata su ogni faccia di un bulbo compresso. Si dice che questa pianta è uguale in bellezza a qualsiasi Cattleya, ma questa ha una portamento molto più elegante della crescita in conseguenza della lunghezza dei suoi sottili steli, dai fiori alternati, e che diffonde un gradevole fragranza, avremo detto che è una delle più interessanti della tribù che ha fatto la sua fioritura nelle nostre serre.  Probabilmente avrà successo, senza difficoltà, in ogni serra atta per la coltivazione di Maxillaria e piante di tale descrizione.”

Un’orchidea delle più adatte ad essere coltivate in una serra intermedia, ai primi segni di abbassamento delle temperature in ottobre comincia la crescita degli steli floreali e la fioritura avviene in gennaio febbraio, fino a marzo.  Come mirabilmente spiegato dal grande botanico ha dei pseubobulbi inconfondibili tra tutte le Laelie e Cattleye, (che però in coltivazione tendono ad allungarsi)  e la bellezza e’ altrettanto affascinante. Ne esistono una infinita” di varieta’  dal colori piu’ svariati.  Molti dei motivi per cui è presente nelle collezioni amatoriali.

Laelia anceps subsp. dawsonii (J.Anderson) Rolfe, Orchid Rev. 30: 10 (1922). Sinonimo Laelia anceps v. Sanderiana acquistata da Orchidee del Lago Maggiore.

Dendrobium moniliforme

monile

Buon 2017 a tutti

Dendrobium moniliforme (L.) Sw., Nova Acta Regiae Soc. Sci. Upsal. 6: 85 (1799).

 Origine: Himalaya zone temperate e Asia dagi 800 ai 3000 mt epifita.

Fiorisce più volte a partire dall’inverno fino a fine estate. specie decidua. Miniatura facile da coltivare e propagare.

Specie profumata.

Specie tipo del Genere Dendrobium