Paphiopedilum tranlienuanum

Paphiopedilum tranlienianum O.Gruss & Perner, Caesiana 11: 66 (1998).
Distribuzione e habitat

Nord Vietnam, ad altitudini di 350-800 m, nelle provincie di Bac Can e Thai Nguyen. Le piante terrestri crescono in humus accumulato in fessure e crepe calcaree cristalline, massicce e pesantemente erose, tra cuscinetti di muschio, felci e graminacee. Il Clima a Bac Can e Thai Nguyen, province confinanti, e’ del tipo monsonico, 108 giorni di pioggia annui, concentrati sopratutto tra maggio-ottobre, le temperature minime e massime tra i 10-35 gradi, con il massimo giugno-agosto.

Etimologia 

In onore della scopritrice della specie Sig.ra Tran Ngo Lien  

Difficile confonderlo con altri Paphiopedilum, si tratta infatti di una miniatura molto tipica e gradevole a vedersi, non e’ diffice da coltivare. Da tenere con buona luminosta’ a nord della serra. La fioritura avviene ne periodo invernale da dicembre a marzo.

Genere Guarianthe

Genere Guarianthe, i perché di un nuovo genere

Guarianthe Dressler & W.E.Higgins, Lankesteriana 7: 37 (2003). Specie tipo C. Skinneri.  (Aggiornamento gennaio 2017)

Guarianthe aurantiaca (Bateman ex Lindl.) Dressler & W.E.Higgins, Lankesteriana 7: 38 (2003). Distribuzione Messico e Centro America

G. bowringiana

Guarianthe bowringiana (O’Brien) Dressler & W.E.Higgins, Lankesteriana 7: 38 (2003). Distribuzione Messico (Ciapas) e Onduras Sin. Guarianthe × laelioides (Lem.) Van den Berg, Phytotaxa 239: 67 (2015).

G. x laelioides

Guarianthe × laelioides (Lem.) Van den Berg, Phytotaxa 239: 67 (2015). SE. Messico e C. America

Sin. Guarianthe × guatemalensis var. pachecoi (Ames & Correll) J.M.H.Shaw, Orchid Rev. 115(1277, Suppl.): 24 (2007).

Guarianthe hennisiana (Rolfe) Van den Berg, Phytotaxa 239: 66 (2015). Costa Rica, Venezuela e Trinidad

Guarianthe skinneri (Bateman) Dressler & W.E.Higgins, Lankesteriana 7: 38 (2003). Messico e Centro America

Sin. Guarianthe skinneri f. alba (Rchb.f.) Christenson, Richardiana 11: 77 (2011). In foto a destra La Guariante skinneri f. alba “Gianni” MB/FIO 2016 esposta a San Daniele del Friuli clone dedicato a Gianni Morello, amico e grande appassionato  collezionista, che mia aveva regalato questa pianta.  a) Vedi nota a margine.

I perché di un nuovo genere sono stati ben descritti  da Dressler, R.L. & W.E. Higgins nel 2003 nell’articolo che segue riportato dalla pubblicazione Lankesteriana.

Guarianthe, a generic name for the “Cattleya” skinneri complex. Lankesteriana 3(2): 37-38.

1Missouri Botanical Garden; Florida Museum of Natural History; Marie Selby Botanical Gardens

Molecular systematics, the comparison of DNA sequences, has brought a continuing revolution to plant taxonomy. In most cases, the results are intuitively reasonable, even when they demand changing long-known names. The analysis of the Laeliinae, by van den Berg et al. (2000) has confirmed some clear relationships, showing, for example, that Schomburgkia is quite distinct from Myrmecophila but very close to Laelia anceps. Among other things, this study has shown that Cattleya, as we have known it, is not clearly delimited. One of the clearest segregates is the largely Central American “Cattleyaskinneri complex (van den Berg 2000). With the removal of this group from Cattleya, most of the remaining species form a natural group, with some South American misfits, all quite unlike the skinneri complex. As it is now clear that C. skinneri and its close allies are out of place in Cattleya, the present paper proposes a new generic name for this complex, Guarianthe, based on Guaria, a Costa Rican word for orchid, and the Greek anthe, or flower. Guaria, by itself, might be confused with the Meliaceous Guarea. According to the molecular analysis by Van den Berg et al. (2000), the sister group of the C. skinneri alliance is Rhyncholaelia. There is no bootstrap support for combining these two groups, and, indeed, the bootstrap support for C. skinneri, C. patinii and C. aurantiaca as a group is minimal. Guarianthe isquite distinct from Rhyncholaelia in most features. Guarianthe has a racemose inflorescence, the pollinia are four, and the cuniculus type nectary is quite small, while the inflorescence of Rhyncholaelia is sessile and one-flowered, the pollinia are eight, and there is a very prominent nectary separating the ovary from the rest of the flower, so the fruit is long-beaked. (omissis)

 

La sistematica molecolare, il confronto delle sequenze del DNA hanno portato una rivoluzione continua al sistema della tassonomia. Nella maggior parte dei casi, i risultati sono intuitivamente ragionevoli, anche quando viene richiesto di cambiare i nomi di lunga data. L’analisi delle Laeliinae, dal Van den Berg et al. (2000) ha confermato alcune chiare relazioni, che mostrano, per esempio, che Schomburgkia è ben distinta da Myrmecophila ma molto vicino a Laelia anceps. Tra le altre cose, questo studio ha dimostrato che il genere Cattleya, come  lo abbiamo conosciuto, non è chiaramente delimitato. Una delle più evidenti  separazioni è la centoamericana  “Cattleya” skinneri, complesso (van den Berg 2000). Con la rimozione di questo gruppo dalle  Cattleya, la maggior parte delle rimanenti specie formano un gruppo naturale, con alcune del Sud America tutte molto diverse dal complesso skinneri. Come è ormai chiaro che C. skinneri e le sua strette alleate sono fuori luogo in Cattleya, il presente lavoro propone un nuovo nome generico per questo complesso, Guarianthe, sulla base di Guaria, una parola usata in Costa Rica per definire l’orchidea, e Anthe parola greca, che significa fiore. Guaria, per in sé, potrebbe essere confuso con il Meliaceous Guarea. Secondo l’analisi molecolare di Van den  Berg et al. (2000), il gruppo sorella della C. skinneri alleato è Rhyncholaelia. Non vi è alcun rapporto per combinare questi due gruppi, e, in effetti, il rapporto per C. skinneri, C. patinii e C. aurantiaca come gruppo è minimo. Guarianthe è ben distinta da Rhyncholaelia nella maggior parte delle caratteristiche. Guarianthe ha una infiorescenza racemosa, le masse polliniche sono quattro, e il tipo di cunicolo nettario è piuttosto piccolo, mentre l’infiorescenza di Rhyncholaelia è sessile e ha un fiore, i pollini sono otto, e vi è un nettario molto importante che separa l’ovaio dal resto del fiore, in modo che il frutto ha un  lungo becco. (omissis)

Traduzione Alberto Ghedin

Sono tutte specie poco esigenti in fatto di fioriture e possono diventare grandi esemplari in pochi anni se ben coltivate, tutte in vaso, con esclusione della G. guatemalensis che è preferibile coltivare su supporto di sughero o cestello. G. skinneri  G. auriantiaca, ii  fioriscono a fine inverno, la G. Guatemalensis in estate e la G.bowringiana in autunno.

a) Alcune note d’obbligo su Guarianthe skinneri, specie tipo.

Skinner(1) trovo’ questa questa orchidea quasi esclusivamente nelle zone più calde del Guatemala, e lungo le coste del Pacifico. Il suo appellativo familiare è “Flor de San Sebastian. All’epoca della scoperta era avidamente ricercata, in stagione di fioritura, dalle popolazioni per adornare le chiese e santuari dei loro santi preferiti. La specie e’ il fiore nazionale del Costa Rica.

1- Skinner George Ure (1804-67) Nato a Newcastle-upon-Tyne, Northumberland, Inghilterra. Nel 1831, si recò in Guatemala dove costruì un’azienda d’affari. Raccolse le orchidee per James Bateman che furono pubblicate in Orchidaceae of Mexico and Guatemala (1838-1843). John Bateman ha detto di lui ‘Egli può veramente dire di essere stato il mezzo per introdurre un maggior numero di nuove e bellissime orchidee in Europa di chiunque altro. ‘

In suo onore sono state descritte, oltre a questa, molte altre specie le piu’ note Odontoglossum uro-skinneri e Barkeria skinneri. I suoi materiali d’erbario sono custoditi nell’erbarium John Lindley a Kew.

Cattleya labiata

Cattleya labiata Lindl., Coll. Bot.: t. 33 (1824).

Distribuzione:

Brasile, endemica negli stati di Pernambuco, Ceará, Bahia, Sergipe, Paraíba come epifita o litofita, tra 600 e 900 mt. 

La Cattleya labiata e’ una specie interessante, per la sua storia, (vedi a questo proposito la pagina sulle cattleya  di questo sito)  ma anche per la bellezza dei suoi fiori, che sbocciano in ottobre quando le giornate cominciano ad accorciarsi in modo consistente. Per fiorire vi e’ una stretta relazione tra durata del giorno e temperatura, notti con temperature a 18 gradi non faranno fiorire la pianta e notti a 12,5 gradi la faranno fiorire. In una serra intermedia questo avverra’ normalmente senza intervento alcuno, se invece il coltivatore inizia a riscaldare la serra ai primi abassamenti di temperatura blocchera’ la fioritura.

Non c’e’ collezionista a cui può mancare  questa specie o le sue molteplici varietà. Non ha particolari esigenze rispetto al genere. Una specie che non vi stancherete mai di ammirare. Se vi capiterà di entrare in una serra di orchidee nel mese di ottobre, o visitare una mostra, sarà facile imbattervi in questa bellezza e il suo profumo, che difficilmente potrete dimenticare.


Tutte le varieta’ descritte

Cattleya labiata var. alba Linden & Rodigas, Lindenia 8: t. 370 (1892).

Cattleya labiata f. alba (Linden & Rodigas) F.Barros & J.A.N.Bat., Orquidologia Sul-Amer.: 102 (2004).

Cattleya labiata f. albo-oculata Cogn. in C.A.Cogniaux & A.P.G.Goossens, Dict. Icon. Orchid., Cattleya: t. 3 (1897).

Cattleya labiata var. albo-oculata (Cogn.) L.C.Menezes, Orchid Digest 51: 138 (1987).

Cattleya labiata var. amesiana L.C.Menezes, Orquídeas/Orchids: Cattleya labiata autumnalis: 83 (2002).

Cattleya labiata var. amoena L.C.Menezes, Orquídeas/Orchids: Cattleya labiata autumnalis: 85 (2002).

Cattleya labiata var. atropurpurea L.C.Menezes, Orquídeas/Orchids: Cattleya labiata autumnalis: 87 (2002), nom. illeg.

Cattleya labiata subvar. aurea (Linden) Schltr., Orchideen Beschreib. Kult. Zücht.: 221 (1914).

Cattleya labiata autumnalis Pynaert, Nursery Cat. (Éd. Pynaert – Van Geert) 1893-1894: 10 (1893).

Cattleya labiata var. bella Rchb.f., Gard. Chron., n.s., 17: 700 (1882).

Cattleya labiata var. beyrodtiana Schltr., Orchideen Beschreib. Kult. Zücht.: 221 (1914).

Cattleya labiata var. brennandiana L.C.Menezes, Bol. CAOB 59: 71 (2005).

Cattleya labiata var. caerulea L.C.Menezes, Orquídeas/Orchids: Cattleya labiata autumnalis: 89 (2002), nom. illeg., non coerulea Rolfe.

Cattleya labiata var. candida Lindl., Paxton’s Fl. Gard. 1: t. 24 (1850).

Cattleya labiata f. candida (Lindl.) M.Wolff & O.Gruss, Orchid. Atlas: 62 (2007).

Cattleya labiata f. coerulea (Rolfe) M.Wolff & O.Gruss, Orchid. Atlas: 62 (2007).

Cattleya labiata var. coerulea Rolfe, Orchid Rev. 3: 350 (1895).

Cattleya labiata var. concolor L.C.Menezes, Orquídeas/Orchids: Cattleya labiata autumnalis: 89 (2002).

Cattleya labiata var. crocata Rchb.f., Flora 65: 534 (1882).

Cattleya labiata var. dowiana (Bateman & Rchb.f.) A.H.Kent in H.J.Veitch, Man. Orchid. Pl. 2: 16 (1887).

Cattleya labiata var. eldorado (Linden) A.H.Kent in H.J.Veitch, Man. Orchid. Pl. 2: 17 (1887).

Cattleya labiata var. ernestii Sander, Reichenbachia 1(11): t. 43 (1888).

Cattleya labiata var. gaskelliana N.E.Br., Gard. Chron., n.s., 19: 310 (1883).

Cattleya labiata subsp. massangeana Rchb.f., Gard. Chron., n.s., 19: 242 (1883).

Cattleya labiata var. mendelii (O’Brien) A.H.Kent in H.J.Veitch, Man. Orchid. Pl. 1: 21 (1887).

Cattleya labiata var. mossiae (C.Parker ex Hook.) Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 26: t. 58 (1840).

Cattleya labiata var. percivaliana Rchb.f., Gard. Chron., n.s., 18: 814 (1882).

Cattleya labiata var. petersii Rolfe, Orchid Rev. 2: 78 (1894).

Cattleya labiata var. petersii-marmorata Cogn. & A.Gooss., Dict. Icon. Orchid., Cattleya: t. 3D (1898).

Cattleya labiata var. picta Lindl., Paxton’s Fl. Gard. 1: 117 (1850).

Cattleya labiata var. purpureolineata L.C.Menezes, Orquídeas/Orchids: Cattleya labiata autumnalis: 91 (2002).

Cattleya labiata f. purpureostriata Cogn. in C.A.Cogniaux & A.P.G.Goossens, Dict. Icon. Orchid., Cattleya: t. 3 (1897).

Cattleya labiata var. purpureostriata (Cogn.) L.C.Menezes, Orchid Digest 51: 138 (1987).

Cattleya labiata var. reineckeana Rchb.f., Bonplandia (Hannover) 4: 327 (1856).

Cattleya labiata var. rochellensis Rchb.f., Gard. Chron., ser. 3, 4: 533 (1888).

Cattleya labiata var. schroederae (Rchb.f.) Sander, Reichenbachiana, ser. 2, 1: 37 (1887).

Cattleya labiata var. semialba L.C.Menezes, Orquídeas/Orchids: Cattleya labiata autumnalis: 92 (2002).

Cattleya labiata var. trianae (Linden & Rchb.f.) Regel, Gartenflora 31: 310 (1882).

Cattleya labiata var. warneri (T.Moore ex R.Warner) A.H.Kent in H.J.Veitch, Man. Orchid. Pl. 2: 27 (1887).

Cattleya labiata var. warocqueana (Linden) Rolfe, Gard. Chron., ser. 3, 7: 735 (1890).

Cattleya labiata var. warscewiczii (Rchb.f.) A.H.Kent in H.J.Veitch, Man. Orchid. Pl. 1: 27 (1887).

Cattleya labiata var. wilsoniana Rchb.f., Gard. Chron., ser. 3, 2: 460 (1887).


 

Miltonopsis roezlii

Miltonopsis roezlii
Miltonopsis roezlii
Roezlii Xenia O.
Roezlii Xenia O.
Roezlii aquarello
Roezlii acquarello

Miltoniopsis roezlii  (W.Bull) God.-Leb., Orchidophile (Argenteuil) 9: 148 (1889).

Sin. Miltonia roezlii (W.Bull) G.Nicholson, Ill. Dict. Gard. 2: 369 (1886).

Sin. Odontoglossum roezlii W.Bull, Garden (London, 1871-1927) 4: 20 (1873).

origine: Panama, Ecuador e Venezuela

Specie epifita

Etimologia: il nome in onore di Benedikt Roezl, botanico, collezionista e ricercatore Boemo (1824-1885) scopri’ circa 800 specie di orchidee.

Vedi la descrizione di James Bateman su A Monograph of Odontoglossum: http://www.biodiversitylibrary.org/bibliography/205 Si tratta di un’affascinante ed attraente specie poco collezionata (in commercio si trovano tanti ibridi provenienti da questa specie). Va coltivata con temperature intermedio-calde, differentemente da altre Miltonie botaniche provenienti da zone più elevate. Può fiorire due volte all’anno ed è profumata.  Preferibile coltivare questa specie con bark sottile e sfagno al 20% in piccolo vaso.

Aquarello da: http://www.flickr.com/photos/biodivlibrary/8385773647

Disegno tratto da Xenia Orchidacea 1824

 

 

Laelia anceps

Laelia anceps Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 21: t. 1751 (1835).
Origine: Mexico e Honduras,  tra i 500 e 1500 mt.

Forma: epifita

Si riporta di seguito questa bella descrizione di J. Lindley in Edwards’s Botanical Register vol. 21 del 1836: “Una pianta molto bella di orchidea , importata dal Messico dalla ditta Loddiges, nella cui collezione il nostro disegno è stato realizzato lo scorso dicembre. In un primo momento sembrava essere Laelia grandiflora, (ora Laelia speciosa), ma il signor George Loddiges ci ha accertato che non si tratta di quella specie, che  tuttavia è molto probabile che egli possieda, ma invece di una pianta proveniente da Xalapa, con pseudobulbi a forma di pera, ognuno dei quali ha due o tre foglie violacee lanceolate. I pseudobulbi di questa sono notevoli per i loro contorni ovali, e per la loro figura a quattro angoli, con una cresta affilata piantata su ogni faccia di un bulbo compresso. Si dice che questa pianta è uguale in bellezza a qualsiasi Cattleya, ma questa ha una portamento molto più elegante della crescita in conseguenza della lunghezza dei suoi sottili steli, dai fiori alternati, e che diffonde un gradevole fragranza, avremo detto che è una delle più interessanti della tribù che ha fatto la sua fioritura nelle nostre serre.  Probabilmente avrà successo, senza difficoltà, in ogni serra atta per la coltivazione di Maxillaria e piante di tale descrizione.”

Un’orchidea delle più adatte ad essere coltivate in una serra intermedia, ai primi segni di abbassamento delle temperature in ottobre comincia la crescita degli steli floreali e la fioritura avviene in gennaio febbraio, fino a marzo.  Come mirabilmente spiegato dal grande botanico ha dei pseubobulbi inconfondibili tra tutte le Laelie e Cattleye, (che però in coltivazione tendono ad allungarsi)  e la bellezza e’ altrettanto affascinante. Ne esistono una infinita” di varieta’  dal colori piu’ svariati.  Molti dei motivi per cui è presente nelle collezioni amatoriali.

Laelia anceps subsp. dawsonii (J.Anderson) Rolfe, Orchid Rev. 30: 10 (1922). Sinonimo Laelia anceps v. Sanderiana acquistata da Orchidee del Lago Maggiore.

Cattleya cernua

 

cernua3

Cattleya cernua (Lindl.) Van den Berg, Neodiversity 5: 13 (2010).

Sin. Sophronitis cernua (Lindl.) Lindl., Bot. Mag. 65: t. 3677 (1838).

Sin. Sophronia cernua Lindl., Bot. Reg. 13: t. 1129 (1828).

Cernua dal latino cérnuus, in genere per descrivere un fiore dal capo piegato.

La descrizione di J.Lindley del 1828 (limitata al luogo di ritrovamento, alle condizioni naturali e in serra).

S. Cernua

Epiphyta, inter muscos vegetans…. Found upon. Tree at Botafogo, three miles from Rio Janeiro, by William Harrison (1), Esq., by whom it was transmitted to Mrs. Arnold Harrison, of Aigburgh, near Liverpool, whence it was obligingly sent with a sketch, in December 1826. It is a very remarkable little epiphyte, growing readily in decayed vegetable soil  among moss, in a hot humid shady part of the stove…”

“Epifita tra il muschio vegetale…Trovata su di un albero a Botafogo, tre miglia da Rio Janeiro, da William Harrison (1), Esq., dal quale è stata trasmessa  alla signora Arnold Harrison, di Aigburgh, vicino a Liverpool, da dove è stata cortesemente inviata con uno schizzo, nel dicembre 1826. È un’epifita veramente molto piccola, che cresce facilmente nel terreno vegetale decomposto tra il muschio, va tenuta in zona in parte ombreggiata in zona umida e calda della serra….”  

Ormai la zona di  Botafogo, luogo del primo ritrovamento, e’ quasi tutta urbanizzata; fortunatamente questa deliziosa miniatura in natura ha un areale che comprende tutta la parte occidentale del Brasile. Molto presente nelle collezioni, fiorisce a fine autunno-inizio inverno, adatta a condizioni intermedie. 

(1) Harrison, Henry, Richard e William erano 
collezionisti di piante britannici.
Henry e William hanno vissuto a Rio de Janeiro nel 1820, da dove inviarono le orchidee scoperte al fratello Richard di Aighburgh, vicino a Liverpool. Con Richard è cresciuta una grande collezione di orchidee brasiliane.
A Richard sono state dedicate le orchidee Oncidium harrisonianum e Cattleya Harrisoniana.

Libreria-Aggiornamento 2017

Libri storici di pubblico dominio

A monograph of Odontoglossum 1874 Bateman
A second  century of orchidaceus, Bateman 1867
Annals of the Royal Botanic Garden, Calcutta, 12 volumi 1891
Australian orchids vari vol.  1875-1882
Collection d’orchidées :aquarelles originales
Curtis’s Botanical Magazine, 103 volumi 1785-1865
Dictionnarie iconographique des orchidees,15 v. 1896-1907
Edward’s Botanical register 29 volumi 1769-1865
Flores des serres et de jardin, 23 vol. 1810-1876
Illustrations of orchidaceous plant, Bauer
Le orchidee, Angiolo Pucci, 1905
Les orchidées exotiques et leur culture en Europe 2.vol.
Les orchidées, histoire iconographique
L’illustration orticole 43 vol. 1856
Lindenia iconographye 17 volumi
Orchid album, williams 1882
Orchids the Royal  famiy of plants 1885
Paxton’s Magazine of botany 1834-1849 16 volumi
Paxton’s Flower Gardens 3 vol. 1850.1853
Pescatorea, 1860,  J. Linden
Plantae Asiaticae Rariores 1830 3.vol.
Reichembachia, 2 vol. 1888-1890 Sanders
Revue orticole 1899 svariati volumi
The Botanical Register, 14 vol.
The botany of the Antartic voyage  6 vol.
The Gardners chronicle
The orchid album 1884 11 vol. Williams 1882-1897
The Orchidacee of Mexico e Guatemala, 1837 Bateman
Xenia orchidacea, Reich. 1824-1889  4 vol.

Altro libro da segnalare è quello scritto da Rebecca Tyson Nortem Le orchidee Rizzoli si trova in inglese (Home Orchid Growing) usato a prezzi accessibili.  Altro libro molto interessante scaricabile (sono due enormi volumi oltre 2000 pagine) Les Orchidees exotiques di Lucien Linden, vi racconterà la storia delle esposizioni , in francese.Una libreria è fondamentale per il coltivatore di orchidee. in Italia esistono poche e rare pubblicazioni, all’estero invece si trovano molti e utili libri. Alcuni libri si possono scaricare anche da internet, tra tutti segnalo il Libro Le Orchidee Hoelpi 1905, Scaricabile dal sito http://www.biodiversitylibrary.org/item/52686#page/5/mode/1up    è ancora attuale per insegnarvi a coltivare e far fiorire molte specie nonostante i suoi 111 anni.

In commercio si trova una riedizione integrale di “Pescatorea” con i testi e disegni originali dell’edizione del 1860 in lingua francese. Il grande botanico descrive una cinquantina delle più belle specie  di orchidee, con note precise sulla loro coltivazione. Un libro importatissimo non solo per la storicità ma per la descrizione scientifica delle specie. Costo economico adeguato (70 €) data la qualità di stampa ottenuta. Un libro che non può mancare agli appasionati di paphiopedilum. Bram & Chiron descrivono dettagliatamente  tutte le specie fin quì scoperte con note e dettagli molto precisi . Indispensabile e unico. Si può trovare sia in lingua francese che inglese.
Un libro questo del botanico americano Harold Koopowitz che oltre ad approfondire le specie botaniche affronta accuratamente
sopratutto i principali incroci ottenuti tra le più importanti specie. Dal sito Botanicus . http://www.botanicus.org/item/31753000315736″si può scaricare uno dei più importanti libri antichi sulle orchidee, pubblicato a Londra nel 1837-43 in varie parti, una vera rarità. In origine era stato pubblicato in sole 125 copie e all’epoca era considerato il santo gral degli orchidofili. In the orchidaceae of Mexico & Guatemala il grande botanico James Bateman descrive 40 nuove specie accompagnate da splendidi disegni, uno di questi recentemente è stato battuto all’asta per 250.000 $. Non mancano descrizioni di coltivazione e come costruire una serra con le tecniche conosciute all’epoca.
Il libro ha 135 pagine tutte in fotografia. Per una eventuale stampa occore munirsi di un gruppo di cartuccie e poi procedere alla sua rilegatura.  Nuovo acquisto arrivato in biblioteca. Nel mio viaggio recente a New York non ho resistito a visitare anche qualche libreria, due per la precisione, non molto grandi come dimensioni e con presenze di testi contenute, tra cui in tutte il nostro Flora’s Orchids, ma non mi è sfuggito questo bel testo di edizione inglese che descrive oltre 1100 specie botaniche in misura dettagliata in 300 pagine in formato 31 x 24 e foto dettagliate. Costo 29,95 dollari, 18 € circa. Da non perdere. Per la cronaca si trova facilmente anche via internet in GB.

The Paphiopedilum Grower’S Manualdi Lance A. Birk appassionato e studioso ricercatore ha redatto un libro molto completo
su quasi tutte le specie di paphiopedilum botaniche con particolari di coltivazione, foto e nozioni molto dettagliate. 281 pagine

Flora’s OrchidsTimber press. Libro voluminoso di 358 pagine con foto e dettagli di coltivazione di oltre 1500 orchidee. Utilissimo e indispensabile.

Orchidee. Libricino di 78 pagine editoda REDA 1989 e curato da Mario Dalla Rosa, molto particolare e con capitoli specifici su: Cattleya, Paphiopedilum, Phalaenopsis, Cymbindium e Oncidium.
Il grande libro delle Orchidee Di Magali Martija-Ochoa De Vecchi editore ed 2003. Pag. 190. Libro con scarse ed insufficienti informazioni.
Orchidee Guida illustrata alla storia naturale e alla coltivazione. edizioni Zanichelli di autori vari. Edizione 1992. 207 pagine per un libro molto voluminoso, completo e fondamentale con una carrellata sulle principali specie botaniche maggiormente collezionate. Libro anche ricco di molte fotografie e particolari dettagliati. <br>
Orchidee. Libro edito da Edagricole e curato dall’ALO Associazione Laziale Orchidee.
The Genus PHAPIOPEDILUM. Di Phillip Cribb, uno dei più importanti botanici, specialista dei paphiopedilum, il libro contiene la classificazione  di tutte le specie botaniche, con foto in situ, particolari botanici di ogni specie, disegni, foto dettagliate e molto curate per tutte le specie.

 

Dendrobium moniliforme

monile

Buon 2017 a tutti

Dendrobium moniliforme (L.) Sw., Nova Acta Regiae Soc. Sci. Upsal. 6: 85 (1799).

 Origine: Himalaya zone temperate e Asia dagi 800 ai 3000 mt epifita.

Fiorisce più volte a partire dall’inverno fino a fine estate. specie decidua. Miniatura facile da coltivare e propagare.

Specie profumata.

Specie tipo del Genere Dendrobium

L’orchidea nera

Maxillaria schunkeana Campacci & Kautsky, Orquidário 7: 136 (1993).

Seppure introdotta recentemente si e’ molto diffusa nelle collezioni velocemente per la fama di essere l’orchidea nera per eccellenza, tanto che e’ difficile anche vederla in fiore senza scrutare tra le foglie.Questa è una delle più piccola specie di questo genere con un fiore dai colori più insoliti. Presenta dei pseudo bulbi fusiformi e cilindrici con due figlie lineari piegate longitudinalmente lungo la nervatura centrale (conduplicate), con un singolo fiore attaccato alla base del pseudo bulbo.

 Habitat naturale: si tratta di un’orchidea endemica dello stato di Espírito Santo, in Brasile, dove cresce in habitat di foresta pluviale atlantica, tra 600 e 700 metri sul livello del mare.

Coltivazione: Va coltivata in piccolo vaso con substrato di corteccia di piccola pezzatura. mantenere tutto l’anno con temperature intermedie e un alto grado di umidità. Irrogare e concimare costantemente con riduzioni in inverno.

Colgo l’occasione per inviare a tutti i visitatori del sito Buone Feste

Dendrobium – Stop and Go (fermati e vai)

Coltura dei Dendrobium sezione Densiflora

famiglia  Orchidaceae

sottofamiglia   Epidendroideae

tribù Dendrobieae

sottotribù Dendrobiinae

genere Dendrobium  Swartz 1799

Il Genere introdotto dal botanico svedese Olaf Swartz nel 1799 in un celebre volume “Memorie dell’accademia di scienze di Stoccolma”. Il nome da dendros che significa albero e bios, vita, cioè vive sugli alberi. Stesso significato di epidendrum.

 Sezione Densiflora, secondo la classificazione del botanico Schlecheter.

Sono specie  che presentano infiorescenze a grappoli pendenti tra le più caratteristiche e belle di tutto il genere. Molto apprezzate dai collezionisti anche se la durata delle fioriture è di 15-20 giorni.

Specie: dendrobium  lindleyi (aggregatum), dendrobium chrysotoxum, dendrobium densiflorum, dendrobium amabile, dendrobium farmeri, dendrobium harveyanum e dendrobium thyrsiflorum.

Coltura: Durante la stagione di crescita attiva, le piante richiedono grandi quantità di acqua e fertilizzanti, così come buona luce. Dopo che le piante hanno completato la formazione dei  pseudo bulbi richiedono una sospensione quasi completa dell’ acqua, e la cessazione di fertilizzanti a base di azoto. Questa regola  è simile a quella che sarebbe la condizione in natura caratterizzata dai monsoni estati molto piovose e inverni secchi. Quindi in inverno vale questa regola : “acqua quanto basta per evitare di raggrinzire i pseudo bulbi”.  Non dimentichiamo di posizionare queste specie nella parte più luminosa della serra collocando le piante con appendi vasi nella parte più alta; il fresco invernale notturno in serra farà il resto. Dopo questo opportuno stop partiranno le nuove fioriture a inizio primavera che vi daranno delle grandi soddisfazioni.

Dendrobium densiflorum,  fioritura 2019

dchrysotoxum

Dendrobium chrysotoxum Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 33: t. 19 (1847).

Sin. Callista chrysotoxa (Lindl.) Kuntze, Revis. Gen. Pl. 2: 654 (1891).

lindley

Dendrobium  lindleyi

amabile

Dendrobium amabile

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: