Genere acampe

Il genere comprende solo otto specie ed è stato creato nel 1853 da Lyndley. Specie tipo: Acampe rigida. Un genere di orchidee della sottofamiglia Epidendroideae (tribù Vandeae sottotribù Aeridinae). Il nome deriva dal greco akampes, che significa rigida  e si riferisce ai piccoli fiori fragili che non hanno flessibilità.

Acampe carinata (Griff.) Panigrahi, Taxon 34: 689 (1985).

Sinonimo acampe papillosa.

Zona di provenienza: India e Himalaya in Hainan

Epifita, camaefita a 600-1000 mt sul livello del mare, in zone soggette a monsoni, ovvero nei mesi dicembre e gennaio precipitazioni assenti e settembre-ottobre, febbaio-marzo scarse.
Specie che può essere coltivata senza difficoltà in serra intermedia,  con condizioni simili alle vanda ma in posizione più riparata, in supporti legnosi e lunghi; fiorisce in novembre-dicembre. I fiori profumati sono molto belli e particolari.

Le altre specie:

Acampe cephalotes

Acampe hulae

Acampe joiceyana

Acampe ochracea

Acampe pachyglossa

Acampe praemorsa

Acampe rigida

Paphiopedilum wardii

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Paphiopedilum wardii Summerhayes, in the Gardners’ Chronicle, terza serie, 92: 446 (1932).

Distribuzione e habitat

Nord est di Myanmar e e sud est della Cina a circa 1200-1500 mt d’altitudine, sia terricola, su lettiere di foglie all’ombra di alberi,che litofita su rocce coperte di muschio.

La specie e’ stata scoperta nel 1922 da Frank Kingdong Ward, capitano dell’armata britannica in Myanmar.

La fioritura avviene nel periodo dicembre-febbraio. Specie di facile coltivazione, molto adatta per la serra intermedia.

in foto: Paphiopedilum wardii ‘Nicola’ MB/AIO

 

Paphiopedilum armeniacum

 

 

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Paphiopedilum armeniacum S.C.Chen & F.Y.Liu, Acta Botanica Yunnanica 4: 163 (1982).

Origine: China (W. Yunnan) e N. Myanmar. Questa specie è stata descritta da piante raccolte da A.L. Zhang nel 1979 a Bijiang, Provincia di Yunnan, Cina.  Inizialmente, Cribb (Cribb & Tang 1983) ha sollevato la possibilità che il  Paphiopedilum armeniacum potesse essere una variante di colore del Paphiopedilum delenatii. La diversità è stata poi riscontrata perché il Paphiopedilum armeniacum ha dei stoloni piuttosto lunghi, assenti nel Paphiopedilum delenatii.

Specie terricola e litofita ad un’altitudine  di 2000 mt in zone calcaree a medio ombreggiamento.

La Bellezza della pianta è esaltata dalle foglie fortemente marmorizzate di un verde scuro. A differenza di molte orchidee è attraente anche quando  non è in fioritura.

Coltivare in cestelli traforati, visto il portamento con presenza di stoloni. Usare un substrato con presenza di muschio e agriperlite, come per tutti i Paphiopedilum portando la luminosità al 50%.

Genere Rodriguezia

Genere rodriguezia

Sottofamiglia: Epidendroideae, tribù: Maxillarieae, Sottotribù: Oncidiinae.

Il genere e’ composto 51 piccole specie epifite che vivono ad altitudini che variano da 1500 m fino a livello del mare. In tutte le specie, il labello è dello stesso colore dei sepali e petali.

Origine del nome: omaggio al botanico e spagnolo del XVIII secolo Manuel Rodriguez.

Distribuzione: dal sud del Messico del Sud America tropicale, ma soprattutto in Brasile e le piccole Antille.

Specie tipo: Rodriguezia lanceolata, Ruiz & Pavon

rodriguezia

Rodriguezia decora (Lem.) Rchb.f., Bot. Zeitung (Berlin) 10: 771 (1852).

rodruguezia-particolare

La specie è di facile coltivazione, va utilizzato un supporto di forma allungata,  meglio se di canna di bambù,  per la  particolarità della specie di avere un portamento disordinato e allungato . Garantire una buona umidità da marzo a ottobre. Fiorisce in novembre.

La serra per le orchidee-The greenhouse for orchids

La serra per le orchidee (articolo soggetto a completameno).
Fortunatamente oggi il panorama relativo alle opportunità di avere una serra utile per le orchidee è diventato interessante. Il motivo la creazione da parte di un’azienda del settore esperta in costruzione di serre che ha adattato i proprio modelli con standard veramente unici, parliamo di Serre Giardini http://www.serregiardini.it consultate il suo sito e troverete la vostra serra tra le tante proposte offerte.

Serra ideale

La serra ideale dovrebbe misurare 5 mt di larghezza per 10 mt di lunghezza e alta 3,5 mt a due spioventi. Spesso i permessi comunali non permettono queste misure quindi dovrete adattare la vostra serra alle possibilità che avrete e in ogni caso fatela più ampia possibile. Tuttavia c’è una dimensione minima 3×3 che in genere tutti i comuni permettono in Italia.

In questo articolo vi inserisco alcuni dettagli su come va costruita.
Parametri indispensabili occorrenti:

  1. Sistema di raffreddamento cooling
  2. Impianto di umidificazione
  3. Ombreggiamento estivo
  4. Policarbonato minimo 16 mm
  5. Ventilazione
  6. Aspirazione per le temperature eccessive
  7. Vasca raccolta acqua piovana (opzionale)
  8. Sistema di riscaldamento invernale

La posizione ideale della serra  dovrebbe  essere in posizione  con piena luce da tutti i lati rivolta a Sud.

Nel mio caso è stata scelta la posizione sud-ovest per motivi regolamentari e di spazio con una parete appoggiata all’abitazione, questa scelta contribuirà al contenimento dei costi energetici, sempre molto alti, oltre che ai costi generali, avendo una parete in meno di una serra isolata.

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Come potete notare nella seconda foto è stato installato un sistema “cooling” a pannelli umidificanti panelli alveolari 1 mt per 0,60 cm l’uno  (lo produce anche serre giardini). Questo sistema è fondamentale per coltivare orchidee da serra intermedia in quanto vi permetterà di mantenere le temperature estive non oltre i 30° C.

Nella parte opposta della serra va inserito un aspiratore d’aria che permetterà attraverso una elettrovalvola il ricambio d’aria.

Le misure: 3,5 X 4,20, altezza colmo 3,20, altezza  spiovente 2,10.

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Interno serra 2016

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Una serra si Serregiardini allestita ad esposizione.

La Fio ad Osoppo

La Fio ad Osoppo.
Nasce il gruppo Fio Osoppo. Iniziativa carica di soddisfazioni per partecipazione del pubblico alla…

Pubblicato da Federazione Italiana Orchidee su Martedì 15 novembre 2016

Incroci storici

 

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Rlc Sir John Carberry  ‘Nuanuamgem’ HCC/AOS. Incrocio registrato da W.K. Nakamoto nel 1966.

Di seguito tutta la genealogia  di questo complesso incrocio che ha ormai 50 anni compiuti.

Blc. Norman’s Bay x C. Anzac

Blc Norman’s Bay (1946)= Bc. Hartland x Lc. Ishtar

http://www.orchid.or.jp/orchid/people/hashizume/kakeizu/Blc_Normans_Bay.htm

Cattleya (ex Slc) Anzac (1921)=C. Marathon x C. Dominiana

http://www.orchid.or.jp/orchid/people/hashizume/kakeizu/Slc_Anzac.htm

Dendrobium cuthbertsonii

Dendrobium cuthbertsonii F.Muell.,  (1888).

cuthbertsoni

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Una spendida esposizione di esemplari
alla mostra di Planegg (Monaco di Baviera) marzo 2014.

Una foto di Gianni Morello.(in basso)

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Cresce epifita in alta quota tra  i  750mt  e i 3500 mt,  in alberi e roccie con presenza di muschio esposta al sole diretto. Per avere una crescita ottimale occorre dare condizioni fresche anche in estate, non tollera eccessive fertilizzazioni.

Da coltivare in vaso o zattera con presenza costante di muschio. Esistono innumerevoli varietà di colore.
La fioritura dura fino a sei mesi.
Di difficile coltivazione.

cuthbersonii

Cattleya maxima

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Cattleya maxima Lindl., Gen. Sp. Orchid. Pl.: 116 (1833).

Specie molto diffusa nelle collezioni, non difficile, in genere fiorisce nel mese di settembre, ma con condizioni di coltivazione diverse può fiorire anche in altri periodi al completamento della vegetazione.

Fu descritta per la prima volta da John Lindley, che, dopo aver esaminato una pianta raccolta da Juan Tafalla nelle Ande vicino a Guayaquil, in Ecuador, si rese  conto di essere difronte ad un nuova Cattleya. Lindley aveva stabilito il genere Cattleya in onore di Sir William Cattley nel 1821 e  descrisse tre specie: Cattleya labiata (1821), Cattleya loddigesii (1823) e Cattleya forbesii (1823) prima di pubblicare la Cattleya maxima nel 1831. Questa Cattleya fu definita maxima perché più grande delle precedenti tre specie conosciute. 

Preferibile coltivare questa specie in zattere di sughero, ma può essere coltivata anche in vaso. 

Foto: fioritura  2 ottobre 2016, osservate le differenze, a destra Cattleya maxima, provenienza Brasile, a sinistra Cattleya maxima ‘Rubra’ MB/AIO Schio 2015, provenienza N&C.

Cymbidium: l’orchidea dell’amicizia

 

 

cymbidium-ensifolium

Cymbidium ensifolium (L.) Sw., Nova Acta Regiae Soc. Sci. Upsal. 6: 77 (1799). Var. Fu Shan. Fioritura settembre 2016

Nel corso della storia cinese il Cymbidium è stato un simbolo di virtuosismo e amicizia ed era noto per la sua eleganza e dolce fragranza sin dal 500 a.c. . Confucio descrisse il Cymbidium asiatico come il “re del profumo”, un termine che ha resistito al tempo ed è ancora in uso oggi. 

Il nome deriva dal greco Cymbid = barca per la forma del labello.

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Questo Cymbidium in foto per me ha un valore affettivo particolare. E’ stata la mia prima orchidea, tramandatami dalla mia cara mamma che la coltivava sin dagli anni ottanta, una divisione dopo l’altra e ne creò moltissimi esemplari, lei mi ha passato la passione per queste piante. Io la coltivo da oltre 15 anni, la fioritura avveniva regolarmente ogni anno, nella veranda della mia abitazione precedente. Quando passai alla nuova abitazione la diversa ambientazione, senza veranda e una non attenta coltura per qualche anno ne aveva compromesso lo sviluppo. Dopo otto anni di attesa, riprendendo da un’unica pianta rimasta, ecco arrivare le fioriture. Ne possiedo ora vari esemplari, tra cui uno molto accestito in un ampio vaso, che sta fiorendo un po in ritardo perchè queste orchidee preferiscono i vasi lunghi e stretti, che permettono alle radici di risentire maggiormente dello sbalzo termico. Quest’anno i miei Cymbidium sono rimasti in pieno sole da marzo fino a metà novembre, con un’unica accortezza ombreggiare solo in pieno agosto. La fioritura molto duratura è leggermente variabile, dal verde chiaro al rosa, il colori della foto sono invece quelli standard.
Io tengo queste specie in bark misto a torba, ma mia mamma e anche io le tenevamo tutte solo con torba fino ad un po si anni fa..

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