Foto realizzate nel giardino botanico di Washington nel 2006 in occasione di un mio viaggio negli Stati Uniti.
The United States Botanic Garden
Un giardino botanico meraviglioso.
Il giardino è stato istituito nel 1816 per la conservazione delle specie
e l’attuale struttura che è sotto la giurisdizione del Congresso degli Stati Uniti è situata a due passi dal Campidoglio,
( la sede della Camera e Senato degli Stati Uniti). All’interno si trovano diverse serre che simulano le varie condizioni climatiche,
dalle tropicali alle desertiche. Complessivamente sono presenti 25.000 piante, mentre la serra delle orchidee ne raccoglie circa 5.000. Ingresso gratuito. All’entrata due piccole serre in miniatura con all’interno dei paphiopedilum botanici, (Magic Lantern in primo piano e P. primulinum) danno subito l’idea delle meraviglie che si scopriranno con la visita. Cattleya maxima, esemplare maestoso. Dendrobium Alan Umaki ,Trichocentrum carthagenense (Jacq.) M.W.Chase & N.H.Williams, Lindleyana 16: 137 (2001). , dai lunghi steli fioriferi di oltre 1 mt. e moltissime altre specie e incroci di orchidee.
La serra delle palme; a sette metri di altezza una passerella attraversa tutta questa grande serra dall’ambientazione tropicale.
Immagini inedite e tra le più belle di una mostra internazionale (Foto realizzate da Eri Koishi che ringrazio sentitamente per avermi permesso di condividerle)
Cattleya labiata, Lindl 1824
Barnet novembre 1818.
Quando William Cattley entrò quel mattino nebbioso nella sua serra vittoriana si stupì incredibilmente, sapeva di aver a che fare con delle piante particolari dai bulbi strani, ma mai avrebbe pensato di vedere una fioritura così straordinaria.
Mandò subito a chiamare John Lindley, padre della moderna orchidologia, con il quale aveva già collaborato per la catalogazione
di altre piante, Lindley esaminò la pianta dando al genere il nome di Cattleya e l’epiteto specifico diventò labiata dal latino labium perché era la parte più vistosa del fiore.
Questa scoperta sconvolse il modo dell’orchidologia ed ebbe un seguito che fu avvolto per lungo tempo nella leggenda. Swainson,
il ricercatore che spedì la pianta a Cattley, era un naturalista che aveva esplorato in lungo e in largo la giungla tropicale nel
nord del Brasile per la raccolta di piante autoctone e non ebbe il tempo o forse la voglia di rivelare il luogo esatto del
ritrovamento, ed è anche comprensibile, che in mezzo a tanto materiale, spedito per nave in grande quantità e con una
moria elevata durante il trasporto si potesse ricordare la zona di tutte le piante. Nel 1836 si sparse la notizia del ritrovamento della C. labiata a Rio de Janeiro, ma in realtà si trattava invece della Laelia lobata. Passarono così altri 18 anni, successivamente i ricercatori trovarono orchidee simili, come C. mossiae, C. trianae, ecc. ma della labiata nemmeno l’ombra. Solo cinquant’anni dopo nel 1889 fu ritrovata nella regione brasiliana del Pernanbucco. Il raccoglitore
inviò alcune piante a ms Moreau di Parigi entomologo che collezionava insetti e da poco appassionatosi alle orchidee. Federico Sander della ditta britannica Sander si fermò a visitare la serra
di Moreau quando le piante erano appena fiorite e si rese subito conto del ritrovamento della C. labiata.
La C. labiata viene considerata una delle Cattleye più robuste e abbastanza facili da coltivare. E’ una specie fotosensibile per cui si può indurre la fioritura tutto il periodo dell’anno riducendo la luce gradatamente simulando l’autunno. Dopo la fioritura è opportuno ridurre al minimo le annaffiature per evitare marciumi alle radici
e ritardi nella crescita in primavera. I rinvasi vanno effettuati in primavera quando spuntano le nuove radici. I bulbi iniziano la crescita nel mese di febbraio e si completano a giugno, in alcuni casi può iniziare una seconda crescita che maturerà a luglio-agosto.
Tutte le specie del genere,, (compresi ibridi primari) aggiornato a gennaio 2017, fonte Word Cecklist.
Cattleya aclandiae Lindl., (1840).
Cattleya acuensis (Fowlie) Van den Berg, (2008).
Cattleya x adrienne (Rolfe) (2010).
Cattleya alagoensis (V.P.Castro & Chiron) Van den Berg, (2008).
Cattleya alaorii (Brieger & Bicalho) Van den Berg, (2008).
Cattleya x albanensis (Rolfe) (2010).
Cattleya alvarenguensis (Campacci) Van dDe Berg. Phytotaxa 186 (2014).
Cattleya alvaroana (F.E.L.Miranda) Van den Berg, (2008).
Cattleya x amanda (Rchb.f.) (2010).
Cattleya amethystoglossa Linden & Rchb.f. ex R.Warner .(1862).
Cattleya pabstii (F.E.L.Miranda & K.G.Lacerda) Van den Berg, (2008).
Cattleya x patrocinii St.Leg. (1890).
Cattleya pendula (R.C.Mota, P.L.Viana & K.G.Lacerda) Van den Berg, (2008).
Cattleya percivaliana (Rchb.f.) O’Brien, (1883).
Cattleya perrinii Lindl., (1838).
Cattleya pfisteri (Pabst & Senghas) Van den Berg, (2008).
Cattleya x picturata Rchb.f. (1877).
Cattleya x pittiana O’Brien ex ogn. (1896).
Cattleya x porphyritis (Rchb.f.)Van den Berg, (2010).
Cattleya porphyroglossa Linden & Rchb.f., (1856).
Cattleya praestans (Rchb.f.) Van den Berg, (2008).
Cattleya presidentensis (Campacci) Van den Berg, (2008).
Cattleya pumila Hook., (1838).
Cattleya purpurata (Lindl. & Paxton) Van den Berg, (2008).
Cattleya pygmaea (Pabst) Van den Berg, (2008).
Cattleya quadricolor Lindl., (1850).
Cattleya x raganii (F.e.L.Miranda e K.G.) (2010).
Cattleya reginae (Pabst) Van den Berg, (2008).
Cattleya x resplendes Rchb.f. (1885).
Cattleya rex O’Brien, (1890).
Cattleya x rigbyana (Pabst) Van den Berg, (2010).
Cattleya rupestris (Lindl.) Van den Berg, (2008).
Cattleya x ruschii (V.P.Castro)J.M.H.Shaw, (2013).
Cattleya x sancheziana Hoehne, (1927).
Cattleya sanguiloba (Withner) Van den Berg, (2008).
Cattleya schilleriana Rchb.f., (1857).
Cattleya schofieldiana Rchb.f., (1882).
Cattleya schroederae (Rchb.f.) Sander, (1888).
Cattleya x schoroederiana Rchb.f. (1883).
Cattleya x Schunkiana Campacci, (2007).
Cattleya x scunkii .P-Castro, (2012).
Cattleya x sgarbii (Rushhi) Van den Brerg, (2012).
Cattleya sincorana (Schltr.) Van den Berg, (2008).
Cattleya x sororia Rchb.f. (1888).
Cattleya sincorana (Schltr.) Van den Berg, (2008).
Cattleya storeyi H.G.Jones, (1977).
Cattleya tenebrosa (Rolfe) A.A.Chadwick, (2006).
Cattleya x tenuata V.P.Castro & Campacci (1995).
Cattleya tenuis Campacci & Vedovello, (1983).
Cattleya teretecaulis (Hoehne) Van den Berg, (2008).
Cattleya tigrina A.Rich., (1848).
Cattleya trianae Linden & Rchb.f., (1860).
Cattleya vandenbergii Fraga & Borges, (2008).
Cattleya x varelae V.P.Castro & Cath., (2004).
Cattleya vasconcelosiana (Campacci) (2014).
Cattleya velutina Rchb.f., (1870).
Cattleya x venosa Rolfe, (1894).
Cattleya verboonenii (F.E.L.Miranda) Van den Berg, (2008).
Cattleya x verelli (Rolfe) Van den Berg, (2010).
Cattleya x victoria-regina auct. (1892).
Cattleya violacea (Kunth) Rolfe, (1889).
Cattleya virens (Lindl.) Van den Berg, (2008).
Cattleya viridiflora (Verola & Semir), Van den Berg, (2008).
Cattleya walkeriana Gardner, (1843).
Cattleya wallisii (Linden) Rollison, (1875).
Cattleya warneri T.Moore ex R.Warner, (1862).
Cattleya warscewiczii Rchb.f., (1854).
Cattleya x wetmorei (Ruschi) Frag &A.P.Fontana (2008).
Cattleya x Whitei Rchb.f. (1882).
Cattleya x wilsoniana Rchb.f. (1877).
Cattleya wittigiana (Barb.Rodr.) Van den Berg, (2008).
Cattleya xanthina (Lindl.) Van den Berg, (2008).
Cattleya x zaslawskii (L.C.Menezes) Van den Berg (2010).
Cattleya x zayrae V.P.Castro & Cath. (2004).
Una visione di Cattelya coltivate nella mia serra
Cattleya loddigesii Lindl, 1826
La C.loddigesii come si può vedere in queste due foto e’ una cattleya di medie dimensioni bifogliata. Un appassionato di queste specie non può fare a meno di avere un C. loddigesii, bellissima, non e’ difficile da coltivare e anche la fioritura che si presenta a fine inverno e’ facile.
In natura cresce epifita o litofita vicino alle coste del Brasile, Argentina e Paraguay.
Gongora armeniaca (Lindl.) (1854).
Origine Centro America, in particolare Nicaragua, Costarica e Panama. Specie epifita che ha le infiorescenze pendenti che partono dalla base dei pseudobulbi, può fiorire più volte in vari periodi dell’anno alla maturazione degli stessi.
Ha dei fiori cerosi e dorati molto particolari, non molto duraturi, che assomigliano a delle api in colonna lungo lo stelo.
Il botanico Dodson riferisce del sistema usato dagli insetti per impollinare questo genere, caratterizzato da un sistema di impollinazione complesso. i fiori sono impollinati dalle api solitarie maschio della famiglia Euglossinae (una caratteristica che condividono con le Stanhopee). Le api sono attratte da una forte fragranza floreale, e l’impollinazione si verifica attrverso i tentativi degli insetti per raggiungere la fonte della fragranza all’interno della struttura fiore. Il genere Gongora è stato chiamato in onore di Don Antonio Caballero y Góngora, vescovo di Cordova (Spagna) e vice re di Granada (Messico).
Ne esistono 45 specie. Preferibile coltivare questa specie in vaso o cestello, garantendo un buon drenaggio che eviti ristagni d’acqua.
Fiorisce nel mese di agosto, punuale e dai colori delicati. In commercio si trovano cloni dai colori più o meno accentuati e particolari. Inizia a emettere le nuove radici quando i bulbi maturi inizino la fioritura. In pochi anni si ottengono esemplari molto accestiti. La Cattleya harrisoniana si sviluppa sulle pianure litoranee
di Rio de Janeiro ed Espírito Santo, a volte è trovata nelle montagne
(DOS Órgãos di Serra) vicino ai sui fiumi che alimentano le pianure. L’altezza più elevata segnalata di Rio de Janeiro è di quasi 1000 metri in una località vicino alla città di Nuova Friburgo. È interessante notare che le montagne là sono abbastanza ripide e dalle loro cime uno può vedere facilmente le pianure litoranee. Le piante in queste circostanze sono abbastanza rare. Le zone principali dove le piante possono essere trovate in quantità estremamente alta sono sulle zone acquitrinose e secondo la stagione sommerse intorno a quei fiumi che vengono frequentemente ostruiti dalle
formazioni delle dune di sabbia. L’umidità è sempre alta e le temperature in estate sono molto sgradevoli
(almeno per gli esseri umani, le piante invece sembrano beneficino di questa alta umidità e temeratura ).
Queste zone purtroppo si stanno distruggendo ad un tasso sorprendente, a causa dello sviluppo sfrenato.
Rhyncholaelia digbyana (Lindl.) Schltr., (1918). Origine Brasile e Honduras. Esiste solo un’altra specie la Rhyncholaelia glauca (Lindl.) Schltr., (1918) Originaria anche questa del Brasile e Honduras.
Per molti anni si e’ discusso in campo botanico con quale nome classificare queste due specie, se dare il nome di brassavola, laelia o cattleya, fino a che nel 1918 il botanico Fridrich Richard Rudolph Schlechter (Berlino 1872-1925) ha ritenuto che due specie cosi particolari meritavano un loro nome e le definì Rhyncholaelia dal greco rhyncos (muso) e laelia per la capsula del seme. Una Rhyncholaelia digbyanala riconoscerete anche senza fiore perché ha dei pseudobulbi molto appiattiti e inconfondibili. Il fiore ha una forte fragranza notturna di fiori di limone e rancio ed è una specie presente nelle collezioni per la bellezza del fiore e per il suo profumo. Occorre posizionare la pianta in ottima luminosità per garantire la fioritura.
Non siamo nell ‘ Assam, stato Indiano, (zona di origine di questa specie), questa è la Renanthera imschotiana fiorita nella zona estiva all’aperto del nostro Vicepresidente FIO (Federazione Italiana Orchidee) Dino Zanardo, Vista dal vero vi assicuro è uno spettacolo unico del quale mi onoro di essere stato spettatore.
Il genere Renanthera è simile alle Vanda. I fiori simili a farfalle hanno un effetto sorprendente. Le piante a volte raggiungono altezze considerevoli ed hanno bisogno di molta luce per garantire una buona fioritura, meno esigente delle altre è la Renantheramonachica che fiorisce a fine inverno inizio primavera ed è originaria delle Filippine. Per la coltivazione di queste specie fare dunque riferimento alle condizioni colturali delle Vanda.
Vanda roeblingiana, fioritura agosto 2016, pianta proveniente da un acquisto fatto a Dresda nel 2009 in occasione dell’EOC. Venditore Alessandro Valenza. Ogni anno puntuale fioritura in questo periodo.
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