Dendrochilum glumaceum

Dendrochilum glumaceum Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 27(Misc.): 23 (1841).

Etimologia : Il nome di questo genere è derivato dall’unione  di due parole greche: δένδρον (dendron), che significa “albero”, e ‘ χειλος (Kheilos) che significa “labbro”; in riferimento al labello. Il nome glumaceum  da glume, infiorescenze composte, dette spighe, delle graminacee.

Specie endemica del Borneo e Filippine, epifita tra i 500 e i 2300 mt. In foreste pluviali montane in associazione con muschio. La specie e’ stata scoperta da Cumming nelle Filippine e fiorita nelle serre dei Loddiges.

Fiorisce puntualmente a meta’ febbraio, i fiori profumati durano circa un mese. L’infiorescenza cresce nei nuovi pseudobulbi in fase di formazione. E’ una specie molto attraente che  risalta nelle esposizioni quando diventa ben accestita.

Come tutte le specie del genere va coltivato con temperature intermedie dai 10 ai 30° senza particolari difficoltà.

Genere Amesiella

Genere Amesiella

Amesiella Schltr. ex Garay, Bot. Mus. Leafl. 23: 159 (1972).

Etimologia: in onore di Ames Oaks, (1874-1950) botanico americano  e ricercatore.

Comprende tre specie originarie delle Filippine.

Amesiella monticola Cootes & D.P.Banks, Orchids Austral. 10(5): 26 (1998).

Amesiella minor Senghas, J. Orchideenfr. 6: 121 (1999).

Amesiella philippinensis (Ames) Garay, Bot. Mus. Leafl. 23: 160 (1972).

Amesiella monticola

Amesiella monticola, specie epifita; non e’  semplice da coltivare e far fiorire, pur essendo più robusta delle altre due.  E’ originaria di zone montane a 1800-2000 mt. da cui deriva il nome “monticola” ai bordi di foreste pluviali. Può sopportare anche temperature estreme  dai 4 ai 40 gradi C. Va coltivata in supporto di sughero garantendo una buona umidità. Orchidea miniatura molto attraente. Il fiore di un bianco avorio e profumato è molto interessante e bello, ma anche delicato e occorre garantire un buon movimento d’aria. Per molto tempo queste specie sono state confuse con le sue simili del genere Angraecum, che però sono endemiche dell’Africa e del Madagascar.

Scaphosepalum verrucosum

Scaphosepalum verrucosum (Rchb.f.) Pfitzer in H.G.A.Engler & K.A.E.Prantl (eds.), Nat. Pflanzenfam. 2(6): 139 (1888).

Figura 1. Lankester Composite Dissection Plate (LCDP) of Scaphosepalum verrucosum (Rchb.f.) P tzer. A. Habit. B. Flower. C. Dissected perianth. D. Column and lip, lateral view. E. Lip. F. Pollinia and anther cap. Photographs by AK based on JBL-990078 (JBL-spirit).  Foto riportata da: Lankersteana vol.16 n. 2 2016 p. 237. 

Distribuzione: Colombia, Ecuador, Blivia, Venezuela e Guyana tra i 1300 e 3500 mt.

Epifita, terrestre o litofita. Specie miniatura  (come si può osservare  dalla dissezione in Figura 1)  Adatta alla serra intermedia. La fioritura si mantiene per anni in sequenza su di un lungo stelo finissimo. Gli Scaphosepalum sono orchidee molto interessanti, di piccola taglia ma con fioriture continuative. Molto adatta da coltivare a temperature intermedie. Coltivare in piccolo vaso con bark di pezzatura molto fine con aggiunta di agriperlite per garantire una buona umidità.   Nebulizzazioni costanti sono necessarie; concimazioni regolari a dosi ridotte 0,5 gr lt.  Quando inizierete a coltivare uno Scaphosepalum vi  innamorerete di queste specie che non non si stancano mai di fiorire e vi daranno molte soddisfazioni.

Si ringrazia il giornale scientifico Lankesteriana, Lankester Botanical Garden,  per mettere a disposizione le tavole  di dissezione come questa in figura 1.

Laelia superbiens

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Laelia superbiens Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 26(Misc.): 46 (1840).

Distribuzione:

Mexico (Oaxaca, Chiapas), Guatemala e Honduras

Crescita in natura: Epifita 

Una delle più affascinanti specie di Laelia. 

Una divisione ben strutturata di questa specie potrete portala a fioritura ogni anno che avviene tra gennaio  e marzo. In natura lo stelo floreale può arrivare fino a 4 metri  in serra sugli 80-90  cm. Io preferisco coltivare questa specie appesa ad una zattera di legno visto anche che  ha delle radici che vanno oltre il metro.

Imperdibile la descrizione di Bateman del 1837 che vi riporto per la parte descrittiva dell’habitat. “Questa veramente magnifica pianta e’ originaria dei distretti piu’ freschi del Guatemala, di cui l’onore della scoperta e’ giustamente rivendicato dal Sig. Skinner. Il signor Hartweg  l’ha incontrata anche in abbondanza nel quartiere di Chantla, e ne ha trasmesse alcune enormi masse alla Società orticola;  ma purtroppo nessuna delle piante inviate dal Sig. Skinner sono ancora fiorite.  Il disegno di Miss Drake e’ stato più accuratamente preparato da materiale comunicato da Skinner, e non c’è dubbio che, per quanto brillante può apparire la sua rappresentazione, non riuscirà a rendere giustizia alla splendore della pianta viva.  Rispettando il suo habitat il Sig. Skinner scrive quanto segue:

Ho scoperto la Laelia superbiens  nel villaggio di Sumpango, piantati dagli abitanti di fronte alle loro porte.  Questo è stato nel 1839 in seguito (nel mese di novembre, 1840,) sono andato alla ricerca del suo vero habitat, e, dopo un’escursione di tre giorni, che si trova nelle Barrancas di Sachmarachon, vicino alla città di Comalapa, una ventina di leghe a nord della città di Guatemala.  Qui esiste in immense quantità;  gli esemplari più fini che crescono senza fessure delle rocce, e al riparo dai venti del nord.  Alcune delle piante avevano pseudobulbi dell’altezza di 55 cm, con steli di fiori quattro metri di lunghezza, e verso l’alto dei cuscinetti di venti fiori (un esemplare di cui ho mandato i fiori secchi, ne aveva ventidue. Da questo esemplare, che era straordinariamente ben conservato, Miss DRAKE ha fatto il disegno.  I fiori sembrano essere stati tutti in perfezione insieme.

Ho fatto questa escursione (2 novembre) quando sono arrivato alla città di Comalapa, il terreno era coperto di brina, le Laeliae, tuttavia, come si è già detto, erano solitamente esposte a nord, e, se questo non era il caso, le piante aveva un aspetto stentato. Il nome dato alla Specie dagli indiani Comalapa è “Coteach Kiaj”, che significa semplicemente fiore rosso, ma dagli abitanti che parlano spagnolo, è stata chiamata La Vara del Senor San José, Il bastone di  San Giuseppe.  

Altrove (Vedi in Bot. Reg. Misc. 87, 1840) Skinner afferma che in Chanthla vi e’ un’altro habitat della pianta, è molto freddo, la consueta gamma del termometro e’ di  13-18 gradi, ed esprime la sua convinzione che per coltivare con successo in Inghilterra, sarebbe necessaria una temperatura simile in  serra, questo non avviene per la maggior parte delle piante che, al loro arrivo, sono state collocate in un ambiente caldo e umido già senza vitalità, mentre quelli che sono stati sottoposti ad un trattamento di raffreddamento sono riusciti molto meglio, e in alcuni casi hanno iniziato la fioritura, anche se gli scapi floreali non sono arrivati a maturità. Probabilmente quando le piante sono più saldamente stabilizzate possiamo essere risparmiati di tale amara fine, ma c’è molto da temere che le specie sapranno sempre dimostrare di essere ribelli in coltivazione.  Attualmente sembra prosperare meglio sospesa alle travi, in blocchi di qualsiasi legno duro o corteccia. “